alessio
Written on Jul 31, 2018
Il libro che recensisco oggi è la biografia di Yeonmi Park, nordcoreana fuggita dal suo paese natale in giovane età insieme alla madre. Avevo già letto Fuga dal campo 14, il quale narra della fuga Shin Dong-hyuk dal campo di concentramento di Kaechon in Nord Corea. Pur parlando dello stesso argomento, i due libri hanno una differenza sostanziale: Yeonmi Park è nata libera e relativamente agiata, mentre Shin Dong-hyuk è nato e cresciuto nel campo di prigionia, senza mai vedere il mondo esterno. Per questo motivo le loro storie sono molto diverse e tra loro complementari.
Il libro è intelligentemente diviso in tre parti, a seconda della nazione in cui si trova Yeonmi: Corea del Nord, Cina e Vietnam/Corea del Sud.
La prima parte introduce il lettore alla Corea del Nord, illustrandoci le tradizioni, gli usi e i costumi, lo stile di vita e la quotidianità della loro vita. E’ la parte più ricca per quanto riguarda le informazioni relative al paese dittatoriale, la più “soft” e, a mio parere, la più interessante. Facciamo anche la conoscenza della famiglia Park, composta da Yeonmi, la sorella maggiore Eunmi e i suoi genitori, fedeli al regime ma contrabbandieri. Questo “secondo lavoro” ha permesso a Yeonmi di vivere una vita più rispettosa rispetto ai suoi vicini, ma ha portato poi all’arresto di suo padre. Eunmi si decide a fuggire e, non avendo più sue notizie, Yeonmi e sua madre decidono di seguire le sue orme verso la Cina sperando di rincontrarsi.
La seconda parte vede Yeonmi e la madre in Cina passare di mano in mano a diversi trafficanti di esseri umani cercando Eunmi e la libertà. Questa parte è molto più pesante da leggere, a tratti macabra. Yeonmi descrive accuratamente ciò che ha dovuto passare per assicurarsi la salvezza sua e di sua madre, tra stupri e violenze. Le donne fuggite dalla Corea del Nord vengono vendute a basso prezzo come mogli in Cina a persone sole, genitori con figli disabili o figli di contadini in luoghi sperduti. A tratti la storia si fa confusa, la narrazione salta da una situazione a un’altra all’improvviso, in certi casi si prova una sensazione di smarrimento. Yeonmi riesce a mettersi in contatto con dei religiosi e grazie ad essi organizza una fuga verso la Thailanda, per poi prendere un volo verso la Corea del Sud.
La terza parte, dedicata alla Corea del Sud, ritorna ad essere tranquilla. Yeonmi racconta il suo processo di integrazione in una comunità estranea e con preconcetti verso di lei. Una parte interessante che ho apprezzato parecchio.
Alla fine del libro si trovano diverse foto di Yeonmi e della sua famiglia in Corea del Nord, un’aggiunta davvero piacevole.
Cosa mi è piaciuto: La completezza della narrazione della fuga, con tanto di pre-fuga e post-fuga; le foto a fine libro.
Cosa non mi è piaciuto: La confusione presente nella seconda parte del racconto.