alessio
Written on Mar 26, 2019
Bacio feroce, seguito di La paranza dei bambini, si conferma essere copia spudorata del primo libro portando con sè esattamente gli stessi problemi del primo libro. Per questo motivo ho deciso di “copiare” parti della mia precedente recensione per paragonarle a questo libro. Se avete già letto il primo libro della “serie” o la mia recensione, sappiate che di nuovo c’è ben poco.
Prosa
Ambientato a Napoli, La paranza dei bambini è ricco, molto ricco di dialoghi in napoletano.
Ma a differenza del primo libro, qua ho fatto molta più fatica a comprendere il significato di alcune frasi, arrivando addirittura a non capire nulla in determinati casi. Di solito però dal contesto si può sempre comprendere ciò che si sta dicendo.
Descrizioni infinite di cose banali e frasi senza utilità alla storia ma buttate lì per incrementare il contatore di parole.
Questo non succede in Bacio feroce, per il semplice motivo che siamo passati dalle frasi ad interi capitoli banali e senza utilità alla storia. A fine lettura mi sono reso conto della quantità di cose inutili descritte nel libro e fini solo a sé stesse.
Una cosa che ho apprezzato è invece la maggior presenza di scene violente, le quali dimostrano come sia cambiata la paranza dei bambini in soli sei mesi. Sono più grandi, si credono adulti e, a differenza del primo libro, non hanno più paura di usare la violenza.
Trama
Per descrivere la trama mi basta copiare pari pari i due paragrafi dedicati alla trama de La paranza dei bambini:
Il libro non segue un vero e proprio filone narrativo, il protagonista non ha un obiettivo se non un generico “conquistiamo il mondo”. Tutto il libro è un susseguirsi di blocchi/capitoli a sé stanti con in background un sottile filo conduttore. Abbiamo il blocco di “Drone”, che dura circa 3 capitoli, abbiamo poi il blocco “furto di un camion”, fine a sé stesso e che dura circa due capitoli. Potrei andare avanti all’infinito e dividere tutto il libro in questo modo, con brevi capitoli di riconciliazione della trama sparsi a caso.
E tutto questo porta al finale (niente spoiler, tranquilli), prevedibile con pagine d’anticipo e così aperto e pronto a un sequel che mancava solo la scritta “Acquista il seguito a soli 4.99” in fondo alla pagina (Aggiornamento: e infatti dopo soli 11 mesi è uscito il sequel Bacio feroce).
Tutto questo è valido anche in questo caso. Nessuna trama se non il protagonista che desidera avere sempre più soldi, divisione del libro in blocchi isolati che mi ricordano episodi autoconclusivi di serie TV, finale scontatissimo e prevedibile.
Personaggi
La paranza è composta da dieci ragazzini, tra i 10 e i 16 anni, il cui capo è Nicolas ‘o Marajà. Ognuno ha il proprio soprannome e il nome non viene usato praticamente mai: Pesce moscio, Dentino, Drone, Lollipop, Biscottino e così via. A questi dieci soprannomi si aggiungono anche quelli di altri ragazzini, di camorristi e di persone a caso. Vi sono così tanti personaggi, tutti mal o per nulla caratterizzati, che ci si perde nella massa di nomi senza un volto dietro. Quando si legge un nome non si riconosce una persona, non ci sono emozioni, sentimenti o una psicologia. Il vuoto totale. Nessun personaggio viene analizzato psicologicamente se non in modi molto superficiali. Non si può creare nessun legame con nessun personaggio perché non li si conosce minimamente, sono uno tale e quale all’altro.
Nel caso di Bacio feroce quanto detto sopra si sente ancora di più. I personaggi non vengono introdotti in alcun modo, non c’è nessun aiuto per rinfrescare la memoria del lettore. Ci si ritrova quindi inondati di nomi, soprannomi ed eventi senza ricordarsi molto (nel mio caso non ricordavo nulla).
Recensione completa sul mio blog: https://www.artedellalettura.it/recensione-bacio-feroce-saviano/